La riforma del servizio Socio-Sanitario Lombardo (SSSL), approvata con la legge regionale n.23 dell’11 agosto 2015, si compone di due parti (Sanità e Sociale).
Essa punta, in particolare, a realizzare servizi migliori con minori costi, con la conseguente riduzione del carico fiscale per i contribuenti.
Confermare libera scelta e presa in carico del paziente, principi cardine del “Libro Bianco” elaborato con il coinvolgimento di tutti coloro che lavorano all’interno del sistema: medici, infermieri e tutte le professioni sanitarie, cittadini, non profit, volontario.
Sei sono i punti che la sorreggono:
Sono state inoltre poste le basi per la 2 della riforma nella quale rientra l’attivazione, dal reddito di autonomia i cui obbiettivi sono l’inclusione sociale e la lotta alla povertà e per la quale sono stati già stanziati 250 milioni di euro.
Non solo un contributo economico ma una proposta organica che Regione Lombardia finanzierà utilizzando parte dei 970 milioni di euro del Fondo Sociale Europeo 2014-2020 e avvalendosi dell’Asse specifico per l’inclusione sociale e la lotta alla povertà previsto all’interno del capitolo "Politiche del lavoro".
Con la legge regionale n.23 dell’11 agosto 2015, è stata approvata la riforma sanitaria (nuovo welfare) che dà avvio al percorso di evoluzione del Sistema Socio Sanitario Lombardo (SSSL). La legge reca modifiche al Titolo I e al Titolo II della I.r. 33/2009 (Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità) andando a ridisegnare funzioni e competenze della Regione e degli altri enti del Sistema al fine di ridurre i costi, migliorare i servizi e rafforzare i controlli. Contestualmente si prevede tra l’altro l’istituzione delle nuove:
Relativamente al territorio di propria competenza, le ATS, assicurano con il concorso di tutti i soggetti erogatori, i livelli essenziali di assistenza (LEA) ed eventuali livelli aggiuntivi definiti dalla Regione con risorse proprie. Non saranno più gestiti dalle ATS, quindi, tutti i servizi che attualmente le Asl erogano (come le vaccinazioni, le visite per le patenti, gli screening, le consulenze dei consultori, i controlli sanitari delle acqua piuttosto che delle falde acquifere).
Di seguito sono riportati i riferimenti delle 8 ATS della Lombardia:
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Le vecchie aziende ospedaliere diventano ASST: Aziende Socio-Sanitarie Territoriali.
Le ASST mantengono il loro compito di offerta sanitaria specialistica a cui si aggiunge l’attività svolta sul territorio dai medici di medicina generale (che sono gestiti dalla AST) i quali dovranno unirsi in reti di ambulatori (AFT – Aggregazioni Funzionali Territoriali) operativi dalle 8 alle 20, sette giorni alla settimana. (Cfr. articolo 10 – Sistema delle culture primarie – Legge Regionale 11 agosto 2015 – n.23).
Il direttore dell’ASST, quindi, avrà sotto mano l’organizzazione sia dell’ospedale sia del territorio e portrà intervenire per migliorare i percorsi o superare eventuali intoppi.
Nella ATS DI BRESCIA sono state create tre ASST:
ASST DEGLI SPEDALI CIVILI DI BRESCIA ASST DELLA FRANCIACORTA ASST DEL GARDA |
Oltre agli ambulatori dei medici di base, la riforma prevede la nascita di PreSST e PO.
I PreSST (Presidi Socio Sanitari Territoriali) saranno poliambulatori dove il paziente viene preso in carico trovando cure di base e specialistiche, oltre che l’infermiere di famiglia che sarà la figura più flessibile e mobile per arrivare al domicilio del paziente. Al punto unico di accesso sarà possibile ottenere tutte le risposte, compresa l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) e quella sociale.
I POT (Presidi Ospedalieri Territoriali) offrono, oltre alle cure territoriali, il diretto collegamento con l’ospedale e la riabilitazione. Questa organizzazione risponde soprattutto all’esigenza di curare i pazienti cronici che, statisticamente, rappresentano la fetta di risorse più importantenel bilancio sanitario lombardo.
Le diverse ASST, quindi, saranno chiamate a riorganizzare l’offerta sul territorio in modo da costruire percorsi integrati ed efficienti per i pazienti.
È probabile, quindi, che gli ospedali così, come funzionano attualmente, verranno superati: ci saranno nuovi accorpamenti di reparti, specializzazioni di presidi, creazione di nuovi percorsi assistenziali.
Dr. Eugenio Bruni
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